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Scanner a Pordenone: 25 Spaces

Mercoledì 7 giugno abbiamo partecipato ad un evento speciale. L’elettronica di Robin Rimbaud aka Scanner, prestata a 52 fotogrammi tratti dal film “L’eclisse” di Michelangelo Antonioni.
52 Spaces, titolo dell’opera, è una raccolta di ambient-azioni cinematiche stilata da Rimbaud e ispirata al film del ’62 di Antonioni ma attenzione è diversa, eccetto inizio e fine, ogni volta che viene rappresentata da qualche parte. I 52 fotogrammi sono 52 scene in cui riecheggiano soprattutto i passi della protagonista del film Vittoria (Monica Vitti) e i suoi sospiri.
Dopo la performance abbiamo chiacchierato un po’ con Scanner:

A quale età hai iniziato a dedicarti alla musica e a produrla?
Ho iniziato molto giovane. Avevo circa 11 anni, quando iniziai a giocare con i registratori. Non era proprio fare musica ma suoni e non perché pensavo che sarei diventato un artista ma semplicemente perché schiacciavo “registra” sul registratore e la musica era pronta.
E cosa registravi, suoni provenienti dall’esterno?
Si un po’ di tutto. Con mio fratello registravamo mentre cenavamo oppure “Spiderman” alla televisione.
Suoni qualche strumento musicale?
Ho comprato una chitarra dopo che è morto mio padre. Avevo 15 anni. Ho anche imparato a suonare il piano. Ho sempre suonato
Qual è il primo concerto che hai visto?
E’ buffo. Il primo è stato Susy Quatro, cantante americana e suonava heavy metal. Ricordo che aveva pantaloni in pelle, giacca in pelle e io avevo 14 anni.
C’è un musicista che ti ha influenzato più di tutti gli altri? Un mentore?
Concettualmente forse uno come John Cage. Questo per quanto concerne il modo di pensare e di fare musica. Quando ero più giovane, invece, mi piaceva molto gente come Robert Fripp, chitarrista inglese, e Brian Eno. Sono musicisti che parlano con intelligenza di musica, cultura e vita, ma sono anche molto interessati alla musica, così mi hanno influenzato molto quando ero più giovane. Non solo loro, anche la musica e la cultura industrial. Un mondo molto rumoroso, aggressivo e sperimentale, che è stato molto importante per me da adolescente.
Come hai capito che la musica sarebbe stato il tuo lavoro?
E’ successo in modo naturale. Ho iniziato a suonare le cose registrate poi un amico ha fatto un film e mi ha chiesto di fare la colonna sonora. Avevo 16-17 anni. Quando ero all’università suonavo la chitarra in una band e facevamo musica elettronica. Abbiamo registrato alcune cassette di musica sperimentale negli anni ottanta. La cosa si è così sviluppata, non è mai stato un vero e proprio lavoro. Quando ho lasciato l’università ho lavorato per 7 anni in una biblioteca musicale. Avevo questo lavoro ma era tanto tempo fa. Ora vivo completamente facendo musica. E’ importante imparare quanto fortunato puoi essere a fare un lavoro e ricavare soldi da quel lavoro ed essere felice.
Come hai iniziato ad avere contatti per le esibizioni, per i tuoi lavori?
Non ne ho. La prima cosa che ho fatto è stata pubblicare un CD nel 1991. In questi giorni la gente compra molti CD, molti albums, così ho venduto forse 5.000 o 10.000 copie del mio primo CD. Molta gente e molta stampa si è interessata. Ho fatto un concerto e poi la gente è venuta a chiedermi di suonare per loro e così di conoscenza in conoscenza la cosa è diventata sempre più grande. E’ un po’ come nella comunità virtuale di “Myspace”, incontri una persona poi un’altra…
Com’è nata la tua collaborazione con la British School per “52 Spaces”?
Credo conoscessero il mio lavoro. Ogni anno invitano a Roma un artista inglese per creare qualcosa. Un anno un pittore, l’anno dopo uno scultore e per la prima volta un musicista per un lavoro con dei suoni.
Non avevo idea di cosa volessi fare ma volevo qualcosa che avesse una risonanza emozionale con la città, Roma. L’idea iniziale era quella di una collaborazione con l’artista italiana Luisa Lambri, una fotografa, ma era molto occupata così son rimasto a lavorare da solo. Ho visto il film di Antonioni e ho pensato “wow questa è la città che ho visitato ma in un modo diverso” così ho preparato una relazione e ho parlato con la Britsh School di questa mia idea e loro hanno detto “è fantastico”, così al posto della mostra c’è stata una performance e il CD che è stato venduto. Questa performance era diversa stasera, completamente diversa dalla volta prima e da quella che sarà la successiva. Quello che la gente vede e un 50% diverso dalla volta prima. So come finisce e come iniziare ma quello che sta in mezzo cambia completamente ogni volta.
Cos’è che non manca mai nel tuo studio?
Io!!!^_^ Il mio studio è molto minimale. Ho 3 computers portatili. Uno lo porto con me quando viaggio e due sono sempre nello studio. Ho questi piccoli giocattoli che ho comprato in China, degli orsi finti che proteggono lo studio. Ho circa 25 piccoli orsi.
Il tuo posto preferito a Londra?
Molti molti, forse St James’s park. Mi piace molto. Ci andavo con i nonni quando ero piccolo. Ho molti ricordi felici di questo posto.
Club preferito?
Lo Sprawl. Ogni mese o ogni tre mesi ci sono delle performance molto interessanti di musica elettronica e cose inusuali.
Ho letto che curavi l’Electronic Lounge Club presso l’ICA (istituto di arte contemporanea). Puoi raccontarci qualcosa di questa esperienza?
Si molti di noi vanno nei clubs, ai concerti, al cinema, hanno interessi simili ma non c’è mai la possibilità di parlare gli uni con gli altri. Questo prima del mio club e prima che internet fosse così diffuso. Per far amicizia e ogni mese c’erano diversi artisti: Aphex Twins,…
Era molto economico, ma dopo 5 anni non ci sono più le ragioni. E stato un bel periodo, ha funzionato.
Dal 1995 al 2000 e perché non ci sono più le ragioni, perché è terminato secondo te?
Perché oramai si conoscevano tutti ed era come in una relazione, qualche volta, quando non ci sono più emozioni nuove, tutto è familiare e abitudinario, ma ora sto per iniziare una cosa nuova, completamente diversa ad invito. Portare più gente in giro assieme, ad esempio passare tutta la notte in giro per la città con l’autobus o andare tutti fuori in campagna o in un ristorante e cucinare tutti assieme. Inizierò questa cosa fra due mesi.
Hai anche tu il tuo spazio su “my space”, cosa ne pensi?
E’ stranamente un’assuefazione.
Da quanto tempo sei iscritto?
Tanto tempo fa, forse due anni ma poi non l’ho mai guardato fino a 3 o 4 mesi fa. Qualcuno mi ha detto di mettere la musica ma Scanner era già preso così ho scelto ssccaanneerr (www.myspace.com/scanner). Ho avuto un messaggio da uno dei Souxie and the Banshees, che mi dice che è un mio fan da tanto tempo e mi ha scritto anche per raccontarmi di un episodio di una serie tv che avevo perso. E’ fantastico. E’ proprio un bel posto per incontrare gente e far amicizia. Mi piace molto.
Ho letto che scrivi sempre dei diari, cosa fai di tutti i diari che scrivi? E cosa scrivi?
Sì da quando ho 12 anni scrivo ogni giorno. Sono tutti nel mio ufficio. Ogni giorno scrivo delle parole. Qualche volta sono sentimenti, come mi sento, altre volte cose che ho fatto durante la giornata, persone che ho incontrato, un libro che ho letto. Ogni sera prima di andare a dormire scrivo. Mi serve per “svuotarmi” delle cose che ho dentro e rilassarmi.
So che hai anche una band chiamata Githead, com’è iniziata questa avventura?
Siamo amici e due anni fa scherzando ci siamo detti perché non formiamo una band? Abbiamo iniziato a suonare e in due ore sono nate tre canzoni. Verso la fine di quest’anno faremo un tour negli Stati Uniti e poi in Europa.
Com’è mantenere la tua carriera da solista e portare avanti il progetto della band?
E’ molto difficile, un duro lavoro. Mi alzo molto presto al mattino 6.30-7-00 e lavoro tutto il giorno. Ho molti progetti che partono contemporaneamente e a volte sono veramente esausto.
Cosa pensi della musica elettronica in Inghilterra?
E’ cambiata completamente. Mi piace molto questo nuovo suono nato nell’Eastend di Londra,creato dai giovani indiani. Mescola electro e ragga. E’ chiamato grime e significa sporco. La musica è straordinaria, è una nuova forma di musica e c’è questo nuovo disco molto bello “The burial album” di Burial prodotto dalla Hyperdub Records. E’ una delle cose più belle uscite ultimamente.

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