I Morgan Heritage
La
famiglia reale del Reggae, i Morgan Heritage, nati e
cresciti in America ma con le radici in Africa, sono
arrivati al Rototom Sunsplash 2003. Alcuni vedono addirittura
i Morgan come i successori del grande Bob Marley. Sarà
vero?
Sicuramente presentano dei ritmi che incantano, con
delle liriche e dei messaggi spirituali molto conscious.
Il loro ultimo album “Three in one” è
un album che fa distinguere questa band come una delle
icone del Reggae. Il primo singolo, tratto da quest’ultimo
album, si chiama “Jump around” ed è
un pezzo energetico che è stato registrato con
la collaborazione di una punk band, i Good Charlotte,
incontrati durante il Warped Tour.
Cosa significa il titolo del vostro ultimo album “Three
in One”?
Morgan Heritage: Il significato è molto
semplice e riguarda noi. Significa che siamo uno, tre
persone in una. Siamo sul palco in nome di Jah e siamo
per la gente. La gente deve sapere che i Morgan Heritage
che vedono sul palco sono gli stessi della vita di ogni
giorno. Siamo uno.
Alcuni vedono nel vostro gruppo il nuovo Bob
Marley. Voi cosa ne pensate?
Morgan Heritage: E’
veramente un onore essere visti in quella luce. Noi
siamo credenti e seguiamo Haile Selassie I e Bob Marley
non potrà mai essere sostituito né da
noi, né da altri e non ci sarà un nuovo
Bob Marley.
Com’è nata la collaborazione con
il gruppo punk dei Good Charlotte?
Morgan Heritage:
Li abbiamo incontrati al Warped Tour e ci siamo trovati
bene assieme. Siamo rimasti amici fin dal tour e ci
siamo sempre chiesti “perché non facciamo
qualcosa assieme?”. Quando, finalmente, l’occasione
è arrivata eravamo sicuri che avrebbe funzionato.
Ci troviamo molto bene assieme.
Avete mai suonato in Africa? E cosa pensate
del rimpatrio dei Rasta?
Morgan Heritage:
Sì abbiamo suonato in Sud Africa ed è
stato bellissimo. Noi non appoggiamo il rimpatrio in
Africa inteso come qualcosa di fisico. Per noi è
qualcosa che uno deve sentire nel proprio cuore. Come
pure non servono i dreadlocks per essere dei Rasta ma
è una concezione divina del cuore. Uno può
essere rasta anche senza i dreadlocks e allo stesso
tempo uno con i dreadlocks può essere un non
Rasta.
In Giamaica c’è stata una critica
pesante a questa vostra considerazione quando è
uscita la canzone “Don’t affi dread to be
rasta”.
Morgan Heritage:
Sì ma la sola cosa che ha causato questa controversia
è la verità. Lo stesso per Haile Selassie,
perché qualcuno dice che non è il re dei
re. Ma noi sappiamo la verità e questa critica
non ci tocca.
Qual’è secondo voi il ruolo della
chiesa nella Livity Rasta?
Morgan Heritage:
La chiesa è I&I. Noi, comunque, non riconosciamo
un ruolo istituzionale della chiesa.
Quale influenza ha avuto per voi la musica americana?
Morgan Heritage: Noi
siamo cresciuti negli Stati Uniti, nell’America
industrializzata. Nelle nostre canzoni, però,
trovi tre cose importanti: le nostre radici, che sono
in Africa; la nostra crescita con Jah Rasta Far I ed
il fatto che siamo nati e cresciuti in America. Ma tutto
riguarda il messaggio di Jah ed è un miscuglio
di cultura, esperienza e fede. Tutto questo è
ciò che è presente nella nostra musica.
Siamo giamaicani e siamo nati in America, quindi siamo
americani. Quindi siamo americani-giamaicani-africani,
vedi? Non puoi negare di essere nato in America. Dai
un nome a ciò che sei in base al posto in cui
sei nato ma alla fine siamo solo esseri umani.